Il Percorso del Community Lab
TORINO SAN LUIGI
Il Percorso del Community Lab
TORINO SAN LUIGI
TORINO SAN LUIGI
TORINO SAN LUIGI
COSA ABBIAMO FATTO
Il primo incontro si è aperto con un momento di conoscenza reciproca e di condivisione delle nostre riflessioni a partire dal seguente stimolo:
“Una parola che racconti la mia/nostra azione in questi mesi…”
Resilienza – Reach out (uscire fuori) – Presenza – Connessioni – Famiglia – Crisi come cambiamento e discernimento – Legami – Incertezza – Ascolto – Attesa come occasione di riflessione (x2) – Consegna – Reinventare – Spirito di adattamento – Mediazione – Contatto – Speranza – Accoglienza – Ripresa – Fiducia (da ritrovare) + Fiducia da parte dei ragazzi – Comunità
“Racconta brevemente e per iscritto un episodio significativo in cui ritieni di essere stato educato da qualcuno”
SEDIMENTAZIONE
COSA SIGNIFICA e COSA ABBIAMO FATTO
Durante il secondo incontro è stato fatto un affondo sul significato e il senso dell’educare oggi con tutte le sue difficoltà e complessità, a partire da una riflessione condivisa.
Il primo step consisteva nella visione di alcune scene di diversi film montate in sequenza, molto significative ed evocative dal punto di vista educativo. Tra una scena e l’altra, eravamo invitati a scrivere una parola che potesse descrivere ciò che aveva suscitato in noi quanto osservato.
Nel secondo step ci siamo divisi in tre gruppi per facilitare il dialogo e il confronto e abbiamo condiviso con gli altri componenti i nostri racconti scritti a casa, provando a farli convergere con alcune importanti tematiche emerse dalla visione delle scene dei film. Siamo infine tornati in plenaria per far circolare le domande più urgenti circa la questione educativa e interrogarci insieme sulla direzione da intraprendere come Casa per poter delineare uno stile educativo comunitario.
PRIMO STEP
Angoscia, Esigente, Passione, Talento, Libere emozioni, Forte, Gioventù, “Fail again, fail better”, Mettere alla prova, Una spirale di tensione, Solo il fine, Sacrificio, Ritmo, Delusione, Aspettative, Determinazione
Divisione, Tensione, Nuda e cruda verità, Asimmetrie comunicative, Morte, Dare un nome alle cose, Incomunicabilità, Contrasti, Disciplina, Il non detto, Conflitto e verità, Imbarazzo, Valori, Conoscenza, Famiglia, Divergenza, Punti di vista
Spensieratezza, Fascino, Cultura, Innovazione, Progetto, Ascolto, Educare, Apprendimento, Forza del gruppo, Esperienze, Riconoscimento, Insegnare, Caparbietà, Energia giovani
Incomunicabilità, Squilibrio, Confini, Divergenze e Convergenze, Visioni diverse, Conflitto generazionale, Autocommiserazione, Asfissia, Aspettative senza ascolto, Dolori diversi, Mancanza di contatto, Incomprensione, Fame di esperienza, Scontrarsi con se stesse.
Inquietudine, Adolescenza, Disagio, Crescere, Dialogo, Ribaltamento dei ruoli, Impeto dell’adolescenza, Relazione, genitori-figli, Contatto caduto nel vuoto, Scambio intergenerazionale, Ragazzi adulti-adulti bambini, Dialogare con i minori, Genuinità, Inesperienza, Errori, Genuinità, Dignità, Inesperienza
SECONDO STEP
L’INTESITÀ DELL’INCONTRO CON L’ALTRO…
…aiuta a scoprire e riconoscere se stessi, semplicemente stando in quell’esperienza.
EDUCARE È…
…assenza di giudizio: essere messi a proprio agio ed essere accolti per ciò che si è.
EDUCARE È…
…un’azione il cui senso, dato e compreso a distanza di tempo, è capace di rendere l’ordinario qualcosa di straordinario!
PER FARE UN TRATTO DI STRADA ASSIEME…
…dobbiamo accorgerci dell’altro e imparare a prenderci cura delle sue fragilità.
“Racconta brevemente e per iscritto un episodio significativo in cui ritieni di aver educato qualcuno”
SEDIMENTAZIONE
COSA ABBIAMO FATTO
Il terzo incontro si è aperto con la condivisione dei nostri racconti con tutto il gruppo ed è proseguito con una riflessione sul tema della Comunità Educante condotta da Emanuele Fusi. Per far fronte alla complessità dell’educare è sempre più necessario provare a seguire la strada della comunità, che tuttavia non è data quanto, piuttosto, ancora tutta da sostanziare, esercitare, vivificare. Ci siamo quindi chiesti: “Cosa vuol dire per noi questa via possibile?”. Per iniziare a trovare la nostra risposta abbiamo provato a tracciare una “fotografia” di quella che è a oggi la nostra Casa, attraverso lo strumento dell’analisi SWOT.
di Emanuele Fusi
Esiste un sentiero – di questo siamo convinti – che di fronte alla complessità tanto del gesto educativo quanto della realtà, deve essere percorso, ed è il sentiero della comunità. Non è un percorso scontato, perché la comunità non è naturale e richiede la fatica, così inattuale ed evangelica, della fraternità. Da qui occorre partire, innanzitutto chiedendosi: “Noi come siamo comunità? Come pensiamo al nostro essere comunità? Come interpretiamo, insieme, il gesto di educare?”.
INTERNI
INTERNI
ESTERNI
“Quale desiderio hai per la tua comunità?”
SEDIMENTAZIONE
COSA ABBIAMO FATTO
Nel quarto incontro abbiamo approfondito il tema della Comunità grazie all’intervento di Giovanni Petrini, che ci ha accompagnati nel domandarci quale sia il senso di essere comunità, “qui e ora”, nell’era digitale e della pandemia, nel nostro quartiere a Torino. Dopo una prima riflessione sul tema ci è stato chiesto di esplicitare la nostra personale visione circa la comunità della Casa Salesiana Don Bosco San Salvario.
PER EDUCARE SERVE RIDEFINIRE, RICOSTRUIRE E ABITARE LA COMUNITÀ
Un tempo (e per molto tempo) la comunità ha rappresentato una dimensione esistenziale, intermedia tra la famiglia e la società, fondamentale per lo sviluppo relazionale della persona, in particolare dei giovani. Un contesto sociale in cui incontrare l’altro, al di là del legame di sangue e dei ruoli sociali, e sperimentare il riconoscimento e la fiducia tra esseri umani, prima che tra cittadini. Con l’avanzare della contemporaneità, il suo senso originario è andato man mano perdendosi. Oggi parliamo di “comunità” riferendoci indistintamente alla “società” o al “territorio”; o come pedissequa traduzione del termine community, su cui il cybercapitalismo ha costruito la sua fortuna: gruppi di individui, di consumatori, che condividono un comune bisogno, interesse o attività. Il rischio, per noi evidente, è perdere la capacità di “abitare”, nel suo etimo di “essere\sentirsi a casa”, uno stato che implica avere relazioni sane e positive con gli altri. Le conseguenze, sotto gli occhi di tutti, sono la solitudine e le sue patologie: la depressione, l’odio, l’egoismo e la paranoia.
(Giovanni Petrini)
3 ottobre 2020
Esiste un sentiero – di questo siamo convinti – che di fronte alla complessità tanto del gesto educativo quanto della realtà, deve essere percorso, ed è il sentiero della comunità. Non è un percorso scontato, perché la comunità non è naturale e richiede la fatica, così inattuale ed evangelica, della fraternità. Da qui occorre partire, innanzitutto chiedendosi: “Noi come siamo comunità? Come pensiamo al nostro essere comunità? Come interpretiamo, insieme, il gesto di educare?”.
Papa Francesco
PUNTI SU CUI LAVORARE PER AUMENTARE LA DIMENSIONE COMUNITARIA
Come riformare “ciò che ci unisce”?
Come rendere più porosa la nostra comunità?
Come creare nuovi momenti in cui scoprirsi tanti e uniti?
Come ampliare il racconto di ciò che siete?
Come integrare ciascun io in un noi?
COSA SIGNIFICA PER NOI ESSERE COMUNITÀ?
COSA ABBIAMO FATTO
Nella seconda parte dell’incontro ci siamo divisi in 4 gruppi per lavorare sui “Punti di Debolezza interni” emersi la volta precedente con l’analisi SWOT della nostra Casa. Ogni gruppo doveva individuare dei “Precetti” che potessero ovviare alle problematiche interne più urgenti così da poter definire delle linee di azione future condivise e comunitarie. Una volta tornati in plenaria abbiamo fatto circolare le risposte emerse nei gruppi e ci siamo salutati con la condivisione dei nostri desideri per il futuro.
PARTE 1
PARTE 2
PARTE 1
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Progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.