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Si riporta di seguito l’esperienza del Metodo di Studio vissuta dai ragazzi della 1^F dell’I.C. Straneo di Alessandria.

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La 1^F dell’I.C. Straneo di Alessandria è stata la classe che quest’anno ha avuto la fortuna di partecipare agli incontri sul metodo di studio organizzati per il progetto “Labs to Learn”; così gli abbiamo chiesto di raccontarci un po’ la loro esperienza e di darci un riscontro su ciò che hanno vissuto e imparato.

La prima cosa che gli abbiamo chiesto è stata quella di pensare ad una parola che riassumesse quest’esperienza. Ne sono venute fuori tante e diverse, ma che rimandano tutte a un riscontro positivo: un’esperienza per quasi tutti nuova che, oltre ad essere stata utile e interessante, è stata anche bella e piacevole.

I ragazzi sono usciti da questi incontri molto soddisfatti, perché hanno capito che studiare non è sempre difficile e noioso, ma che, se si sta attenti e si utilizzano gli strumenti adatti alle proprie capacità, può diventare tutto molto più semplice. In particolare, la classe ha imparato a leggere con attenzione il testo e a trovare le parole chiave, sottolineando solo ciò che è necessario. Alcuni ragazzi hanno scoperto l’importanza dei riassunti, degli schemi e delle mappe concettuali; altri ancora hanno imparato a organizzare e pianificare il lavoro e le proprie ore di studio.

Secondo la classe sarebbe bello che tutti gli studenti potessero vivere incontri come questi, perché potrebbero aiutare ognuno a trovare il proprio metodo di studio personale, quello che può permette di studiare al meglio aumentando la fiducia che si ha nelle proprie capacità.

In conclusione, abbiamo chiesto ai ragazzi di guardarsi al passato, a come erano prima di aver vissuto questa esperienza, e gli abbiamo chiesto di provare a darsi un consiglio rispetto allo studio e alla scuola. Da questa riflessione sono venuti fuori tanti bellissimi consigli, che assomigliano proprio a quelli che gli insegnati e i genitori ripetono spesso ai loro ragazzi: “non sottolineare tutto”, “stai più attento”, “fai una cosa alla volta”, organizza bene il tuo lavoro”, “prendi più appunti”, “non studiare a memoria”, e tanti altri simili. Questa è la dimostrazione che i nostri giovani possono essere davvero dei buoni studenti, capaci di impegnarsi, di studiare, di avere fiducia in loro stessi e di essere buon esempio per i compagni; tutto ciò però è possibile se trovano davanti a loro una buona “guida”: qualcuno che possa aiutarli innanzitutto a capire il senso del fare le cose e che possa aiutarli a conoscersi meglio e a scoprire i propri punti di forza e di debolezza.

È partendo dal conoscersi dentro che si impara a vivere il mondo con gli strumenti adatti a sé stessi.

Nella serata di venerdì 18 giugno si è tenuto il 4° ed ultimo appuntamento del Community Lab per la realtà territoriale di Alessandria. Di seguito un breve resoconto dell’incontro.

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Venerdì 18 c’è stato l’ultimo incontro del Community Lab per la realtà di Alessandria. Un incontro importante perché chiude un percorso per aprirne uno nuovo.

In questa serata abbiamo riflettuto su cosa vuol dire per noi essere una comunità e su quali sono i suoi principi fondamentali. La comunità per noi è un po’ come una famiglia o un villaggio, dove ognuno dovrebbe essere a servizio dell’altro senza aspettarsi nulla in cambio. La comunità è un luogo in cui si incontrano personalità diverse, in cui si superano i propri “confini” per scoprire e conoscere ciò che è diverso da noi. E poi ancora l’ascolto, la comunicazione, la fiducia, la vicinanza, il dono del proprio tempo, la correzione fraterna: tutti principi che, secondo noi, stanno alla base di una comunità.

Da questi quattro incontri è emerso quanto tutti siamo vicini al concetto di comunità, quanto le nostre visioni su di essa siano simili, quanto tutti teniamo a far sì che la nostra comunità cresca e si rafforzi.

È quindi questo il momento per rimboccarsi le maniche per ripartire a costruire. Sappiamo bene verso cosa vogliamo andare, la strada certo sarà un po’ in salita.

Grazie a questi incontri abbiamo capito quanto sia fondamentale ritrovarsi, parlare, scambiare opinioni, guardare dal punto di vista dell’altro. È da qua che inizia il nostro viaggio.

Nella serata di venerdì 4 giugno si è tenuto il 3° appuntamento del Community Lab per la realtà territoriale di Alessandria. Di seguito un breve resoconto dell’incontro.

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TERZO INCONTRO DI COMMUNITY LAB AD ALESSANDRIA

Va avanti il cammino della comunità del territorio di Alessandria.
La scorsa volta ci siamo lasciati con la consapevolezza di quanto sia simile, anche se diversa, la visione del  concetto di educazione che ciascuno di noi ha.
Ognuno è impegnato e coinvolto nel suo ruolo educativo, ma in questa serata abbiamo fatto un passo avanti: infatti non è sufficiente che ognuno svolga da sé il proprio ruolo, ma che si crei una sinergia tra tutti gli ambienti educativi, in cui è la comunità che educa tramite le singole persone.
La serata quindi è stata dedicata al ripensarci comunità, all’analizzare ciò che funziona e ciò che invece è da migliorare, al valutare ciò che ci avvicina e ciò che ci allontana dal nostro scopo educativo.

Ciò che ne emerge è interessante perchè, essendo che all’incontro sono presenti tutte le parti dell’opera, escono fuori tutti i vari punti di vista. Credo che la condivisione sia ciò che rende una comunità capace di lavorare assieme in modo costruttivo e questi incontri stanno davvero dando la possibilità a tutti di parlare, ascoltare, confrontarsi, scoprire il punto di vista dell’altro, aprirsi al diverso.

Una comunità come quella di Alessandria ha proprio bisogno di ripartire da questo: parlarsi e confrontare le idee in un’ottica di comunità e fratellanza.
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Nella serata di venerdì 7 maggio si è tenuto il 2° appuntamento del Community Lab per la realtà territoriale di Alessandria. Di seguito un breve resoconto dell’incontro.

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EDUCAZIONE? COS’E’ PER NOI OGGI?

L’obiettivo del secondo incontro di Community Lab per il territorio di Alessandria è stato quello di discutere assieme per cercare di capire cosa significa per noi educare oggi.
Però, per capire cos’è l’educazione, non si può far altro che partire dalle proprie esperienze; e allora il primo spunto su cui ci troviamo a riflettere è “qual è un momento della mia vita in cui mi sono sentito educato?”.
Le risposte sono tante e varie sono le storie che vengono raccontate, ma in tutta questa tavolozza di colori si possono trovare dei punti comuni e fermi: relazionarsi e avere fiducia nell’altro, superare i propri limiti, uscire da una situazione difficile, poter imparare anche in età adulta.
Tante storie e relazioni diverse, ma tutte legate a queste situazioni. E allora, se per noi l’educazione è stata così forte da darci queste possibilità di crescita, quale modo migliore di ricambiare se non essere noi stessi, ognuno a suo modo, educatori per chi ci sta attorno? Una cosa è certa, per educare oggi, come è stato in passato e come sarà sempre, c’è bisogno della relazione; e quindi il primo passo per educare oggi è aprirsi al dialogo con gli altri.
La successiva visione di due film ci ha confermato ancora di più l’importanza della relazione e di come ogni nostro gesto, anche se piccolo, abbia sull’altro un impatto educativo. E allora, quanto riflettiamo sul nostro agire educativo? Siamo capaci di renderci conto degli effetti educativi delle nostre azioni, delle nostre parole, dei nostri piccoli gesti? Quanto diamo peso a tutto ciò?
Tutte domande che sicuramente ci faranno rendere conto, ancora di più, di quanto una nostra presenza educativa consapevole sia importante per i nostri giovani.

Nella serata di venerdì 9 aprile si è tenuto il 1° appuntamento del Community Lab per la realtà territoriale di Alessandria. Di seguito un breve resoconto dell’incontro.

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E’ iniziato il primo incontro con la comunità di Alessandria, una bella serata accompagnati da GO – Generazione Oratori – che ha introdotto l’obiettivo degli incontri, presentato il progetto in cui si inserisce questo percorso e avviato i lavori in questo primo meet.

Presenti una ventina di invitati tra catechisti, salesiani, docenti della formazione professionale, operatori Caritas, allenatori della sportiva e educatori per mettersi in discussione e reinterrogarsi su quello che è per ciascuno la “COMUNITA’”.

Una serata all’insegna del definire la presenza in oratorio in questo periodo di lockdown, un momento in cui è stata sottolineata l’importanza delle emozioni, la bellezza dell’incontro con i ragazzi della formazione professionale anche solo perché devi misurargli la febbre all’ingresso, il bello di provare a tenersi compatti nelle squadre di calcio provando a incontrarsi anche a distanza, la percezione di questa nuova dimensione che ci parla di lentezza …

Ognuno ha attivato le sue strategie per restare protagonisti nella vita degli altri. Anche don Remigio ci ha raccontato come è difficile per un salesian vedere i cortili vuoti, non sentire il vociare dei ragazzi.

L’incontro è iniziato subito con entusiasmo e, dopo una breve spiegazione di quelle che saranno le tappe del percorso, è stato posto un primo stimolo di riflessione: “una parola che racconti l’azione di ciascuno, svolta in questi mesi, nell’ambito della comunità”. Da questa domanda è uscito un bellissimo puzzle di parole: accompagnare, sorridere, aiutare, accogliere, amare, ascoltare, incoraggiare, animare; e queste sono solo alcune di tutte le parole uscite. Tanti verbi, che mostrano l’impegno di ognuno per la comunità; non solo un’idea, ma un impegno concreto e, molte volte, quotidiano. Da molti è uscita l’importanza di sfruttare ogni momento per stare assieme ai giovani, ascoltarli, accompagnarli. Come la nostra direttrice del CNOS che sfrutta l’accoglienza del mattino, non solo per misurare la temperatura a tutti gli studenti, ma anche per rivolgergli un sorriso o una parola; gesti piccoli, ma che fanno sentire a casa e accolti.

L’ Educazione ha così indossato numerose vesti: da un lato uno spazio per narrarsi, dall’altro un portatore di un messaggio positivo e di speranza, e poi ancora la riscoperta di ciò che è davvero essenziale e importante e la capacità di saper cogliere i momenti di dialogo e relazione.

Concludiamo con una frase scaturita nella serata che rappresenta una delle principali esigenze della comunità coinvolta: “Parrocchia che evangelizza, Scuola che avvia alla vita, Cortile che fa amicizia…Vivere insieme e sognare di tornare alle belle relazioni reali, che permettono di ascoltarsi e condividere i sogni”.

Tante riflessioni e tante domande rimaste aperte ci accompagneranno al prossimo incontro del 7 maggio.

Una serata con un clima bello, che sa di relazioni vere che non si sono allentate per il non vedersi.

Nella serata di ieri, giovedì 8 aprile si è tenuto il 4° appuntamento del Community Lab per la realtà territoriale di Bra. Di seguito un breve resoconto dell’incontro.

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Giovedì 8 aprile la casa salesiana di Bra ha partecipato all’ultima tappa del Community lab. Presenti gli animatori, l’equipe educativa, i cooperatori e i volontari assieme ai nostri amici di GO Impresa Sociale.

Tema della serata?

Cosa significa essere comunità

Nella prima parte il signor Giovanni Petrini ha tenuto una formazione specifica sulla trasformazione e “reazione” all’industrializzazione, la globalizzazione e digitalizzazione come risposta alla frammentazione dell’esistenza e della nostra persona e all’espansione dello spazio disponibile, sia “analogico” che “digitale” soffermandosi sulle differenze di comunità che i nostri giovani vivono tutti i giorni come ad esempio i social network.

Nella seconda parte della serata, il gruppo ha lavorato sull’analisi SWOT dell’incontro precedente, analizzando i punti di debolezza con l’obiettivo di ricavarne opportunità e cambiamento.

Una serata di riflessione e confronto ricca di spunti di riflessione, dove è scaturita la storia della casa sul vissuto personale di ognuno e proprio attraverso il ricordo la comunità ha trovato nuove ricchezze e spunti per un cammino più consapevole e condiviso.

Il quarto incontro del Community Lab per la realtà del San Luigi di Torino. Di seguito un breve resoconto della serata.

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Nella serata di lunedì 15 febbraio si è svolto il quarto ed ultimo incontro del Community Lab con la comunità educativa pastorale di San Salvario accompagnata dai ragazzi di Go.

È stato un incontro estremamente interessante che ci ha portato a ripercorrere le tappe principali di questo percorso focalizzato sul concetto di comunità che educa.

La prima parte del nostro incontro è stata dedicata a fare un breve recap: nei primi due incontri abbiamo parlato del concetto di educazione e della visione che noi abbiamo su di essa, ci è infatti stato chiesto di ripensare a degli episodi in cui ci siamo sentiti educati da qualcuno ed in cui abbiamo educato qualcuno.

Durante il terzo ed il quarto incontro ci siamo concentrati maggiormente sul tema della comunità, infatti abbiamo fatto prima un’analisi swot sulla nostra comunità evidenziando così i punti di forza e di debolezza interni, le opportunità e le minacce esterne e nell’ultimo incontro abbiamo utilizzato quest’ultima per soffermarci sulle criticità presenti ad oggi nella nostra Casa e capire come affrontarle.

Questo quarto incontro si è aperto con una riflessione portata da Giovanni Petrini su cosa significa essere, sentirsi ed agire come comunità oggi; abbiamo avuto così modo di ripensare a ciò che per noi significa essere comunità. Tra i vari significati che noi abbiamo dato vi era un’identità condivisa, dinamica ed aperta; il bisogno di manifestare la nostra fede a partire dal comune destino di essere umani, essere co-responsabili, avere fiducia nell’altro ed in noi stessi ed essere disposti a mettere a servizio di tutti le nostre capacità Infine essere comunità per noi significa agire insieme sentendoci un’unica appartenenza, facendoci carico delle differenti forme di fragilità

La seconda parte della serata l’abbiamo dedicata ai punti di debolezza della nostra comunità e ci siamo suddivisi in 4 gruppi analizzando i punti differenti e cercando di trovare insieme delle strategie per ovviare ad essi.

Ci siamo salutati infine condividendo i desideri che ciascuno aveva per la nostre comunità, anche se sin da piccoli ci viene insegnato che non vanno detti ad alta voce perché altrimenti non si avverano, noi invece, che nella nostra comunità ci crediamo tanto abbiamo deciso di esprimerli ad alta voce con la speranza che si avverino al più presto.. tra questi desideri c’è la speranza di riaprire il prima possibile Spazio Anch’io e che la nostra Casa non venga vista non solo come un luogo di servizi ma che si popoli di famiglie che la abitino e la curino come fosse la loro casa. C’è anche il desiderio che la nostra casa sia sempre più un luogo che sappia ascoltare nel profondo e far crescere nella vita buona, c’è il desiderio che questa casa abbia la possibilità di “respirare” attraverso dei momenti mirati a ritrovarsi, a raccontarsi e trovare nuovi equilibri insomma trovare un tempo che sia di rinnovamento per ripartire con ancora più risorse.

E.V.

Venerdì 19 febbraio si è tenuto il secondo incontro di Community Lab per la realtà di Vercelli. Un appuntamento che vede come protagonista un gruppo eterogeneo di persone desideroso di condividere e di far conoscere la propria realtà territoriale.

Attraverso la mediazione del pedagogista Emanuele Fusi tutti i partecipanti si sono sentiti coinvolti in attività che hanno stimolato fantasia e creatività ma che, nel contempo, hanno permesso di far riflettere su un tema caro a tutti gli ospiti della serata ovvero: l’arte dell’educare. Un difficile compito, talvolta gravoso e carico di responsabilità ma ricco di soddisfazioni e di gioie per il cuore.

Sentirsi parte di una comunità, che educa alla vita e al lavoro, con l’intento comune di agire nel bene e per il bene di coloro che vivono in difficoltà è stato il motore pulsante di tutti i momenti di animazione e di partecipazione attiva del gruppo.

La gioia nel sentirsi parte di un progetto comune è ricordare sempre che… educare è cosa di cuore!

Arrivederci al prossimo appuntamento!

MB

Nella mattina di giovedì 11 febbraio si è tenuto il 3° appuntamento del Community Lab per la realtà territoriale di Bra. Di seguito un breve resoconto dell’incontro.

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All’incontro erano presenti diversi membri della nostra comunità accompagnati dai nostri amici di GO Impresa Sociale.

Nella prima parte dell’incontro ci siamo concentrati su quanto sia importante “esserci” nel campo educativo.

Nello specifico ci siamo soffermati su tre gesti significativi:

  1. prendersi cura
  2. portare altrove
  3. insegnare

Dall’incontro è emerso quanto sia importante la presenza di ognuno di noi, non come singolo ma come un “esserci con”.

Non è una crescita individuale ma comunitaria.

È stata poi proposta una interessante analisi SWOT sulla nostra comunità, concentrandoci sui punti di forza e di debolezza.

Questo ci ha permesso di avere uno sguardo d’insieme, dando voce a chi, ogni giorno, vive la nostra amata casa salesiana.

Grazie al lavoro svolto, abbiamo riconosciuto quanto sia importante che i diversi ambiti della nostra casa lavorino insieme per una ricchezza più grande: una comunità unita e ben inserita nel territorio braidese, un oratorio non chiuso su se stesso ma aperto a molte realtà.

Nella serata del 20 gennaio, tramite un collegamento online, si è svolto il secondo incontro del percorso di Community Lab per la realtà salesiana di Bra.

Di seguito una breve sintesi dell’incontro grazie alle parole degli educatori che vi hanno preso parte.

Mercoledì 20 gennaio l’Oratorio Salesiano di Bra ha partecipato al secondo appuntamento di “Community Lab.”

All’incontro erano presenti: l’equipe educativa, alcuni membri del consiglio oratoriano, gli animatori dei gruppi, i giovani dell’oratorio, i salesiani cooperatori guidati dagli operatori di “GO Impresa Sociale “che ci accompagneranno in questo viaggio.

Dal primo incontro ci eravamo lasciati con questa riflessione: pensa ad un episodio per te significativo in cui ritieni di aver educato qualcuno.

Dopo un momento di saluti e di preghiera condotta dal Direttore della Casa e dall’Incaricato dell’Oratorio ognuno di noi, ha potuto raccontare e confrontarsi su un’esperienza vissuta, un episodio particolare legato ad un’azione educativa..

Dai racconti sono emersi diversi temi: educare é… scambio, è aiutare a crescere, accompagnare, trasmettere e mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti, è fiducia….è ESSERCI.

Nella seconda parte della serata ci sono stati inoltre proposti, cinque spezzoni di film, per ogni scena mostrata ci é stato poi proposto di trovare una parola in riferimento al tema educativo di quella stessa scena, in vista di una condivisione e un confronto.

A fine serata ci siamo salutati nella speranza di poterci incontrare in presenza e chiedendoci dove ci condurrá questo viaggio.

Grazie per la disponibilità.

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Progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.